Peccato averla vista una sola volta.
Mi sono accorta che avrei voluto tornarci e lasciare che ancora mi pervadesse la nostalgia che, a dispetto dell'austera semplicità dei muri e dell'assenza di persone a trasmettere emozioni, emana da quelle ferme immagini di Milano. Vi sono appena percettibili i segni del declino, disegnati da una luce implacabile e insieme gentile.
Nel video che veniva trasmesso nei giorni della mostra, il grande fotografo parlava di “rispetto” verso la realtà riprodotta nell'immagine, rispetto che si traduce nell'attenzione assoluta per la scena, nella perfezione cercata e ottenuta con pazienti attese e con l'uso di un massiccio banco ottico, e nella silenziosa eleganza del bianco e nero.
Niente folklore e facile esotismo nelle strade di Istanbul dove la crescita della città lascia impietosamente marcire le vecchie case di legno.
E poi Mosca a colori come vista da un aliante che plana e sta sollevato in un attimo immobile, che cattura i dettagli di uno spazio vastissimo e ritmato da torri simboliche e prepotenti.
Nella forma meticolosamente curata, nei dettagli perfettamente a fuoco ottenuti con un rigore senza compromessi e nella squisita calligrafia del bianco e nero, si sente il rispetto e l'umiltà davanti al fluire della storia e della vita che il tempo cambia incessantemente.
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Gabriele Basilico a Foligno (dal sito del CIAC) |
da Milano ritratti di Fabbriche 1978-80 |
da Istanbul 05 010 |
Su Youtube c'è un breve estratto del bel filmato su Gabriele Basilico che è stato proiettato alla mostra del CIAC.
Ci resterà sempre in mente l'immagine del grande fotografo milanese che cammina con calma osservando la città, con il suo pesante banco ottico portato a spalla sul cavalletto. Fotografare è tecnica ma anche poesia.
Le geometrie rigorose e le verticali parallele delle foto di Basilico non possono passare inosservate a chi ha la fotografia nel cuore sin dall'adolescenza e impegna con piacere ore o anche giornate intere in promenades fotografiques attraverso città in cui ha sempre vissuto oppure del tutto sconosciute (lo stato d'animo non è molto diverso, è sempre l'emozione della scoperta a comandare il gioco).
Da quando ho visto questa mostra, anche se non uso (ancora) il banco ottico, quando accosto l'occhio al mirino della mia reflex vedo il mondo in un modo diverso ...