Ci eravamo quasi abituati a passare le sere del venerdì alla Domus Volumnia.
Ci eravamo quasi abituati alle emozioni nuove che ognuna di esse ci aveva offerto, alle sorprese musicali, alle letture poetiche, ai momenti alti e intensi di commozione o anche ai dialoghi scanzonati con l'ironia ad allargare i visi nel sorriso.
Più di quanto avvenga in un vernissage in galleria, i pezzi, esposti nello spazio semicircolare definito da un'alta siepe verde, costruivano un'illusione di pensiero visivo. Come la siepe del leopardiano infinito, ponevano limiti alla riflessione mentre la sospingevano in profondità e in altezza.
Le motivazioni che avevano dato origine all'iniziativa, aiutare l'Associazione Umbria-Africa, aggiungevano senso alla piacevolezza della serata collocandola nel flusso della storia.
Rivivendo come in un film la sequenza degli artisti presentati, si ha l'impressione di una grande ricchezza, quella che l'arte sa illuminare, scavandola ed estraendola dai sedimenti della tradizione e della cultura e proiettandola nelle ipotesi del futuro.
Rossano Cervini con Luciana Bartella |
Umberto Raponi con Cristina Pedetta e Luciana Marcellini |
Emilio Spizzichino con Antonella |
Rita osserva alcune opere di Graziano Marini |
Paolo Ficola visto da Angelo Buonumori |
Momento musicale con This Harmony |
Stefano Chiacchella con Guido Buffoni |
Paul Dongmeza con Marcello Ramadori |
Stefano Chiacchella con Maria Rita Chiacchiera |
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