Tondo degli Uffizi, 1485-88. Dal sito web della mostra |
La mostra di Luca Signorelli presso la Galleria Nazionale a Perugia offre l'occasione per ammirare 66 opere del celebre e discusso pittore, tra i più grandi affrescatori del Rinascimento italiano. L'esposizione, curata da Fabio De Chirico, Vittoria Garibaldi, Tom Henry e Francesco Federico Mancini, ne percorre la storia a partire dalle tre tavole provenienti da Oxford, Venezia e Boston, che il celebre Berenson attribuì a Luca per creare un tramite tra la sua formazione nella bottega di Piero della Francesca e le prime opere note.
Madonna Cini, 1460-70 (attrib.). Fondazione Cini, Venezia (da Wikipedia) |
Tra quella e queste c'è la frequentazione dell'Accademia platonica fiorentina che però non lascia segni di ottimismo pagano nelle opere di Luca successive alla morte di Lorenzo il Magnifico. Le sue figure appaiono subito troppo umane, imperfette e in un certo senso inadeguate a ricoprire i ruoli assegnati loro... La fatica sembra aver scolpito i dorsi degli uomini, nervosi nella loro nudità e lontani dalla serena bellezza dei semidei pagani di altri grandi del suo tempo.
Madonna Medici, 1489-90. Firenze, Galleria degli Uffizi (dal sito web della mostra) |
I giudizi degli storici dell'arte sul valore artistico delle sue opere sono stati spesso antitetici. Noi stessi ci siamo trovati a dialogare o meglio discutere a proposito dell'angelo musicante del manifesto della mostra. Mentre accorda il liuto, sembra seduto sulla soglia del paradiso, all'ingresso, ancora troppo umano, in cerca della sintonia, non ancora trovata, con i cori angelici di cui scrive Dante Alighieri.
Pala di S.Onofrio, 1483-84. Perugia, Museo Capitolare della Cattedrale (da Wikipedia) |
Annunciazione, 1491. Pinacoteca e Museo Civico di Volterra (da Perugiacity) |
L'aristocrazia e il razionalismo superbo dei grandi contemporanei fiorentini non intaccano l'amore schietto per la vita e l'umanità nella sua imperfezione che sembra trattenere Luca sulla terra.
Non a caso il suo capolavoro è lo straordinario affresco, con tanta umanità disarmata o sfacciata, della cappella di San Brizio ad Orvieto della quale nella mostra si proiettano immagini stupefacenti in una saletta della Galleria. Qui la fantasia di Luca può volare senza i limiti di una pala e le possibilità dello spazio sono tutte da esplorare.
Dannati all'Inferno, 1499-1502. Orvieto, Cappella di San Brizio (da Wikimedia Commons) |
Pietà, 1502 ca. Orvieto, Cappella di San Brizio (da Wikimedia Commons) |
Da Youtube un video sulla Cappella di San Brizio
La mostra invita i visitatori a conoscere le tante diverse realizzazioni del Signorelli anche a Morra, Città di Castello e Orvieto.
I curatori non hanno voluto esporre nessuna delle grandi pale del museo di Cortona perché è facilmente raggiungibile dal capoluogo umbro: il breve viaggio è largamente premiato se non altro dalla straordinaria pala del Cristo Morto con tutta l'evidenza tragica di un dolore infinito e senza rimedio o scampo.
Compianto (e predella), 1502. Cortona, Museo Diocesano (da Wikimedia Commons) |
Martirio di San Sebastiano, 1498. Città di Castello, Pinacoteca Comunale (da Wikipedia) |
L'esposizione perugina ha pure il grande merito di essere allestita con materiali riciclabili e un' illuminazione perfetta e a bassissimo consumo. La necessità di oscurare le bifore è diventata vantaggio utilizzando allo scopo dei pannelli fotovoltaici.
Foto di Fabrizio Troccoli. Da Umbria 24 |
Luca Signorelli ha avuto, per la prima volta dal lontano 1953, lo spazio di una grande mostra, tributo alla sua indiscutibile grandezza e possibilità di riflettere ancora sul senso dell'opera originale di un maestro che fu sempre molto amato perché sempre parlò al cuore degli uomini.
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L'esposizione, a Palazzo dei Priori, è rimasta aperta fino al 26 agosto 2012.
Collegamento al sito web della mostra (non più attivo)
Luca Signorelli nell'Enciclopedia Treccani
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