La notte magica che precede la festa del Corpus Domini è piena di profumo e di meraviglia.
Ci siamo andati su invito dell'amico pittore Stefano Chiacchella che vi partecipava con i suoi allievi del Liceo Artistico "Bernardino Di Betto" per riprodurre con tecnica inconsueta (fiori e piante e semi su carta e asfalto) una figura di donna dolente. Il grido dei capelli diventati nastri e tralci spinosi aggrovigliati dalla violenza del vento invitava al rispetto per le troppe vittime di brutalità e aggressioni.
La collaborazione entusiasta all'interno e tra i gruppi di infioratori coinvolgeva nella unanime e appassionante creazione di un tappeto per la processione -umile e fastoso ad un tempo- tutte le generazioni e trovava espressione non solo nella bellezza dei disegni e dei colori, ma anche nel profumo che aleggiava in tutte le strade.
Ne scaturisce l'immagine di una città ideale, non quella vuota dei grandi pittori rinascimentali, perfetta nelle sue forme astrattamente geometriche e armoniose, ma la città dove gli individui si esprimono in collaborazione e in concorrenza con gli altri nel creare cose belle e significative che esaltino l'Umano e il Divino.
Il senso di gioia e appagamento che si prova percorrendo le strade di Spello nella notte fervente di attività è proprio nella percezione di un senso diverso dell'esistenza umana, spesa con energia per dare corpo ad una bellezza che dura lo spazio di poche ore (o di pochi anni) ma è insieme effimera ed eterna.
Nell'allegria e la stanchezza il "quadro" del Liceo Artistico si va completando |
I Lions di Foligno hanno sponsorizzato il lavoro del Liceo Di Betto |
Durante la magica notte è stato possibile visitare alcuni dei tesori più preziosi di Spello, quali la Pinacoteca Civica e la Chiesa di S. Andrea, aperti al pubblico come in ogni "notte bianca" degna di questo nome.
La Spello del '500 (quasi identica all'attuale) tra le mani dei Santi Patroni |
A. Spacca detto il Fantino, Madonna del Rosario (particolare), 1590 ca. |
L'ingresso della Chiesa di S. Andrea a mezzanotte |
Pala del Pinturicchio (particolare con San Giovannino), ca. 1508 |
Dono Doni, San Giuseppe accetta la maternità di Maria (part.), ca. 1565 |
Collegamento all'album con tutte le foto (cliccare sull'immagine per aprire) |
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Collegamenti:
Sito web delle Infiorate di Spello
Liceo Artistico "Bernardino di Betto" - Perugia
Lions Club di Foligno
Cara Rita e caro Aurelio, è da un po' che, a causa di un fastidio agli occhi, "mi tengo alla larga" dal mio computer e non "visito" il vostro blog. L'ultimo articolo che ho letto è stato quello relativo all'"incontro" con Manet, che risale a circa un mese fa, e già in quell'occasione avrei voluto ma non ho potuto scrivere alcune mie impressioni (quegli sguardi che ti turbano, soprattutto quando sembrano rivolti verso chi si trova al di qua del quadro, se pensi che un giorno si sono appuntati su quello di chi li ha fermati sulla tela!).Oggi, tornando finalmente in Internet, ho scoperto che in poco tempo ne sono stati pubblicati altri tre, tutti, come sempre, molto interessanti anche per quell'intrecciarsi delle immagini che rendono il lettore più partecipe dell'argomento trattato e dei poetici commenti che lo guidano, lo coinvolgono, lo commuovono. E' l'ultimo, però, che mi ha colpito maggiormente, anche per la nostalgia che ho provato facendolo scorrere sullo schermo del mio computer: nostalgia per la bellissima Spello, che non ho da tanto occasione di visitare e, in particolare, per l'incredibile, stupenda cappella affrescata dal Pinturicchio; nostalgia per l'amico Giuliano Sozi (che via abita, e non vedo da tanto), meraviglioso pittore poeta/ pittore, che purtroppo non è conosciuto come merita, che a causa dei suoi problemi familiari avrei ma non ho potuto avere con me a "Doppio binario", che spero d'incontrare un giorno nel vostro blog; nostalgia per i giorni ormai lontani della mia adolescenza e per quelli in cui insegnavo al "Vittorio Emanuele" che mi hanno fatto tornare in mente i tanti ragazzi impegnati a realizzare, insieme con il loro insegnante, un'opera così bella e significativa. Nostalgia che non ho potuto non provare guardando le fotografie che li ritraggono ( le loro magliette, le tute, le scarpe da ginnastica, i braccialetti, i loro visi, le loro mani..) mentre, forniti di ginocchiere e di piccoli recipienti colmi di petali di fiori, seguono piegati su se stessi per ore e con l'entusiasmo caratteristico della loro età, i mille sentieri contraddistinti dal nome dei diversi colori, sentieri che fanno pensare ai mille altri (ci si augura, nonostante i giorni che viviamo, altrettanto colorati) che li aspettano nel loro futuro. A rivederci Vittoria
RispondiEliminaGrazie del bellissimo vedere ,se l'Italia riuscisse a fare emergere la sua ''BELLEZZA''potremmo sconfiggere ogni male.
RispondiEliminaComplimenti di cuore. Vera Croce
bellissimo. Grazie. Anna Albertini
RispondiEliminaLe infiorate sono effimere come i disegni a gessetto dei "madonnari", ma sono capolavori collettivi sorretti dall'entusiasmo giovanile degli studenti che ne sono gli autori. Ho avuto il bene di vedere una volta l'infiorata di Spello e ne conservo un ricordo di volti come affrescati, figure sacre, simboli liturgici composti da petali profumati e variegati. Penso che questa preparazione sia preceduta da quel fermento e dall'entusiasmo che sono patrimonio dei giovani, come l'Infiorata è patrimonio della magnifica Spello, città dalla bellezza austera e mistica. Gabriella Bianchi
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