Il segno di un genio nel paesaggio umbro
Sembra emergere dalla terra una cupola larga e percorsa da crepe che un'energia interna primordiale come di vulcano ha aperto sulla superficie tesa e luminescente. Un'impressione di possente bellezza si sprigiona da lì, nella piccola conca erbosa mentre i colli intorno sono dipinti col rosso vivo del sagrantino o disegnati dalle grafie simmetriche dei vigneti quando sono spogli in inverno.
Il progetto ha visto condivisi i significati e le speranze da parte dei committenti, la famiglia Lunelli, mecenati e lungimiranti, e dell'artista che da radici profonde spicca il suo volo di genio visionario. Doveva essere una cantina, ma anche un luogo in cui trovassero espressione la divina creatività della terra e quella dell'uomo, l'armonia che insieme realizzano nell'arte.
La tradizione del vitigno antico originale di questi colli sta vivendo una rinascita colta e consapevole, anzi un Rinascimento in cui il legame con il Genius Loci, nelle parole di Marcello Lunelli, è interpretato e rispettato ... la tartaruga, simbolo di stabilità e longevità, rappresenta l'unione tra la terra e il cielo riconoscibile nella copertura in rame segnata da una trama di solchi e crepe...
La superficie ramata dell'interno si flette a costruire una volta articolata lungo archi e costoloni vibranti di luce.
Una scultura certamente, ma nella quale si può entrare con il passo della piccola Alice in Wonderland.
La vigoria fantastica si concretizza nel rigore costruttivo che dà forma sensibile ad un sogno, provocando un gioioso stupore.
Poi c'è la discesa nel cuore del Carapace dove un misterioso quasi mistico silenzio accarezza le curve delle botti disposte in cerchio intorno alla cella centrale illuminata da un oculo verso il quale converge la volta con un moto a spirale, lento come il tempo che trasforma l'esperienza in profumo e fa eterno il valore della bellezza.
Link al sito web della Tenuta Castelbuono Il Carapace si trova sulle colline presso Bevagna (PG) |
Magnifiche fotografie, parole giustamente ammirate nei confronti della magica e possente bellezza di questa opera davvero unica. Grazie!
RispondiEliminaE'incedibile come a pochi passi dalla città si possa ammirare un'opera fuori dal comune ilustrata da foto impeccabili! molto bene.
RispondiEliminaSiete bravi e raffinati,nella forma e nel contenuto critico..Ennio Boccacci
RispondiEliminabelle foto! complimenti aurelio!
RispondiEliminaAll'unisono la voce di Rita e l'obiettivo di Aurelio descrivono la superficie esterna del "Carapace" e penetrano nel suo cuore rivelando il fascino della sua struttura interna (l'intrecciarsi degli archi interrotti, il fluire delle volute,la varietà dei materiali usati, i giochi di luce...).All'unisono descrivono il suo rapporto col paesaggio intorno e col frutto del lavoro dell'uomo,regalano preziosi flash sull'autore dell'opera (la sua ispirazione, l'amicizia con chi gliel'ha commissionata...), raccontano sensazioni di quanti (come i piccoli uomini, quasi formiche al suo confronto, fotografati all'interno e all'esterno) vengono a contatto con essa. Spero di avere presto la possibilità di visitarla anch'io........Vittoria Bartolucci
RispondiElimina