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mercoledì 15 agosto 2018

Metafisica al frantoio

Dipinti e sculture di Silvano D'Orsi all'oleificio Stante e Luciani di Fossacesia


Frantoio Stante e Luciani Fossacesia


Da oltre dieci anni i proprietari dello storico frantoio abruzzese non si limitano alla meticolosa cura dell'eccellenza dei prodotti ma vogliono promuovere la conoscenza di quella che è l'altra grande e ineguagliabile eccellenza del nostro paese, cioè l'arte. In questo agosto 2018, nell'ambito della rassegna "Castelli in Arte", stanno ospitando un'ampia collezione di opere del Maestro Silvano D'Orsi, che comprende un esauriente campionario della sua produzione attuale e alcuni esempi di opere precedenti; la mostra è stata curata da Pippo Cosenza e presentata dallo stesso Cosenza con Rita Castigli.

Silvano D'Orsi

Uomo del Sud, di Gioia Sannitica, discendente di quella popolazione italica che importava opere d'arte dalla Grecia e dalla Magna Grecia, ha ereditato quella perfezione innata del segno, quella magia di bellezza che gli intellettuali della fine del '600, anche dopo geni indiscussi come Leonardo e Raffaello, Michelangelo e Caravaggio, ritenevano tale che mai si era raggiunta nuovamente quella naturale perfezione di umanità divinizzata, quella sintesi che sembrava scritta nel cielo, con le forme delle nuvole, con i rivoli dei ruscelli, con le trine dei fiori e delle foglie. La stessa magia ha il segno di Silvano D'Orsi, ma la bellezza non basterebbe a spiegare il fascino che esso suscita.


Le sue opere di oltre 40 anni fa sono già sicure e dense di significato, ma la prima che mi sono trovata a studiare è un dipinto murale a Mugnano (PG) del 1983: due donne che hanno già un'intrigante combinazione di astrazione e sensualità, combinazione così difficile che ancora caratterizza le donne di D'Orsi. Dicendo "donne" non tengo conto della loro evoluzione successiva: hanno perso la testa sostituita da grandi elegantissimi cappelli. Così quei corpi sinuosi, gambe lunghissime e seni turgidi sono tremendamente attraenti ma anche ambigui. In realtà non dipingere o scolpire i visi è anche il modo di non caratterizzare come individualità riconoscibili i personaggi. Così essi diventano ognuno e chiunque, ciascuno di noi, pirandellianamente identificati da abiti e maschere. La metafisica assenza dell'individuo si veste di bellezza.

Silvano D'Orsi

Si è parlato molto di ironia per i quadri e sculture del Maestro, ma io colgo dietro alla riflessione ironica sul culto dell'apparenza nella società contemporanea, un senso di struggimento, di anelito ad un'integrità perduta. Ma posseduta mai davvero? Forse il ruolo dell'arte è sempre stato quello di costruire quell'identità e armonia che l'umanità ha intravisto e desiderato ma alle quali si è sentita vicina solo in momenti speciali. L'arte di D'Orsi, attraverso la grazia implacabile delle forme, crea questi momenti ma contemporaneamente ne svela l'inganno.
Un elemento ricorrente sono le maschere, volti perfetti da teatro greco, a volte indossate dai suoi pigri Pulcinella, stanchi forse di tarantellare a vuoto, o appoggiate a terra con il nastrino a ghirigoro. Mettono in guardia dalle illusioni ma con un sorriso che stempera il messaggio con grazia.

Silvano D'Orsi

Silvano lavora per temi che approfondisce e sui quali elabora magnifiche varianti: le moto, i fiori, le famiglie, le metafisiche, le attese, le coppie. In ordine di tempo l'ultima filtra le scene attraverso una tessitura raffinatissima di grigi sfumati d'argento e immersi in una foschia dorata preziosissima; le scene richiamano fotografie di altri tempi, elaborate ai sali d'argento, o la tavolozza lucente e iridescente del Guido Reni maturo nel cosiddetto periodo argenteo. Infatti l'arte di Silvano si inserisce con diritto nella storia dell'arte, ne è una colta erede che non ricorre a citazioni ruffiane né a subdoli calchi. La sua originalità si nutre di cultura, di storia e di studio assiduo senza sfoggi pedanti.




Silvano D'Orsi

Silvano D'Orsi

Le sculture in bronzo addensano lo spazio sulle loro superfici lucide e articolate dove il ricco panneggio viene creato e sospinto da un vento immaginario a evidenziare le forme eleganti e dinamiche delle figure femminili.


I gruppi raccolti dentro una grande vasca da bagno sottolineano dietro l'apparente giocosità quanto in realtà il mondo stia diventando troppo piccolo. Un remo appoggiato da una parte fa credere all'illusione di poterci navigare, quasi la vasca fosse una barca, comunque inadeguata per stare a galla. Una scacchiera inserita nello scafo sottolinea l'elemento di gioco nella vita senza il quale però si affonderebbe. Ognuno si tiene stretti i suoi giocattoli o feticci paludandosi di un'eleganza che l'esiguità dello spazio comunque contraddice. Sembra una riflessione sulla precarietà della condizione umana che cerca di nascondere ai propri occhi dietro le sue convenzioni la realtà vera del suo essere. Forse vi si può leggere un invito alla solidarità umana e alla sincerità.
Saper esprimere un giudizio di valore così problematico in forme di irresistibile bellezza è la magia dei quadri e delle sculture di Silvano D'Orsi.


Silvano D'Orsi

Il fiscolo dipinto da Pippo Cosenza esprime il senso profondo dell'iniziativa del frantoio Stante e Luciani, trasformando uno strumento di lavoro in un'opera d'arte nella quale fasci di colore creano illusori lampi di luce sui cerchi dell'antica fibra che sembrano ruotare come i solchi di un disco musicale o forse disegnano una mappa stellare.



Altre informazioni e immagini di opere si trovano nel sito web dell'artista: https://www.silvanodorsi.it/

La mostra resta aperta fino al 19 agosto 2018. Di seguito, prima della traduzione inglese dell'articolo, abbiamo inserito una carrellata di immagini dell'evento.

Silvano D'Orsi

Silvano D'Orsi e Rita Castigli


Silvano D'Orsi

Silvano D'Orsi

Silvano D'Orsi

Silvano D'Orsi con Mattia Stante



Rita Castigli con un'opera di Silvano D'Orsi

Silvano D'Orsi

Stante e Luciani

Silvano D'Orsi

Silvano D'Orsi

Stante e Luciani

Rita Castigli con Nicola Priori e Pippo Cosenza

Silvano D'Orsi

Fossacesia

Stante e Luciani


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Metaphysics at the olive press

Paintings and sculptures by Silvano D'Orsi at the Stante and Luciani ancient mill in Fossacesia

For over ten years the owners of the historic Abruzzo mill have not been contented only with the meticulous care of the excellence of their products, but have promoted the knowledge of the other great and incomparable excellence of our country, that is Art. In  August 2018, as part of the "Castelli in Arte" exhibition, they are hosting a large collection of works by Maestro Silvano D'Orsi, which includes a comprehensive sample of his current production and some examples of previous works; the exhibition is curated by Pippo Cosenza and presented by him with Rita Castigli.

Man from the South, from Gioia Sannitica, descendant of that Italic population who imported works of art from Greece and Magna Graecia, he inherited that innate perfection of  sign, that magic of beauty that the intellectuals of the late 1600s, even after undisputed geniuses like Leonardo and Raphael, Michelangelo and Caravaggio, believed so that the natural perfection of divinized humanity had never been reached again, that synthesis that seemed written in the sky, by shapes of  clouds, by streams of water, by laces of flowers and of leaves. The same magic is in the style of Silvano D'Orsi, but beauty would not suffice to explain the charm that it arouses.
His works of 40 years ago are already recognisably his. The first one I have studied is a mural painting in Mugnano (PG) of 1983: two women who already have an intriguing combination of abstraction and sensuality , a difficult combination that still characterizes the women of D'Orsi. When I say "women" I do not take account of their subsequent evolution: they have lost their heads and replaced them by large elegant hats. So those sinuous bodies, long legs and turgid breasts are tremendously attractive but also ambiguous. Not actually painting or sculpting faces is also the way of not creating  recognisable individualities. So they become each and everyone, each of us, only identified by clothes and masks. The metaphysical absence of the individual is dressed in beauty.
There has been much talk of irony for D'Orsi's paintings and sculptures, but I feel, behind the ironic reflection on the cult of appearance in contemporary society, a sense of yearning, of yearning for lost integrity. But ever really possessed? Perhaps the role of art has always been to build that identity and harmony that humanity has always glimpsed and desired but felt close only in special moments. D'Orsi's art, through the implacable grace of shapes, creates those moments but at the same time reveals their deception.
A recurrent element is the presence of masks, perfect faces from the Greek theatre, sometimes worn by a lazy Pulcinella, tired perhaps of jumping for nothing, or placed on the ground with their curled ribbons. They warn against illusions but with a smile that smoothes the message gracefully.
Silvano works on themes that he deepens and on which he elaborates magnificent variations: motorcycles, flowers, families, metaphysics, expectations, couples. In order of time, his latest scenes are filtered through a refined texture of silver gray and immersed in a very precious golden mist; the canvases recall photographs of other times, elaborated with silver salts, or the bright and iridescent palette of Guido Reni in the so-called silver period. In fact D'Orsi's art fits in the history of art, he is a cultured heir who does not use quotations nor subtle casts. His originality is nourished by culture, history and assiduous study without pedantic flaunts.
The bronze sculptures fill the space around them by their shiny and articulated surfaces where the rich drapery is pushed by an imaginary wind to highlight the elegant and dynamic shapes of the female figures.
Groups of people gathered in a large bathtub underline the apparent playfulness of a human condition of precariousness. An oar leaning on one side makes believe the illusion of being able to navigate, as though the tub was a boat, however too small to stay afloat. A chessboard inserted into the hull emphasizes the element of game in life without which it would sink. Everyone keeps his toys or fetishes tight, holding on to an elegance that the smallness of the space contradicts. The scene seems a reflection on the precariousness of human beings who try to hide
the true reality behind conventions. Perhaps you can feel an invitation to human solidarity and sincerity.
The magic of Silvano D'Orsi's paintings and sculptures is able to express a deep and problematic judgment of value in forms of irresistible beauty.

Silvano D'Orsi

Silvano D'Orsi

Silvano D'Orsi

Silvano D'Orsi

Silvano D'Orsi