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martedì 15 maggio 2012

Fedele a se stesso

La pittura lirica di Marco Pedetta Jensen


Marco Pedetta Jensen

Per Marco Pedetta Jensen la pittura è il modo in cui raccoglie e decanta passioni ed emozioni complesse e indecifrabili e ne fa immagine. Il carattere intimo e poetico della pittura di Pedetta si coglie approfondendo la lettura dei suoi quadri, fermandosi davanti ad essi e lasciando che la malia dei colori si faccia pensiero e ed esprima il suo senso profondo.

Comunque Marco si esprima, i suoi colori sono pieni di emozione trasparente e incontenibile sia quando lascia individuare forme familiari o simboliche sia quando incolla piccoli oggetti portatori  di emotività sulle sue tele. È continuamente alla ricerca di una via attraverso la quale il suo mondo si realizzi nella sua misteriosa complessità. Questo rende i suoi quadri meno commerciali in quanto non immediatamente riconoscibili, ma fa anche sì che ognuno di essi diventi uno splendido scrigno di sentimenti che appartengono ad ogni uomo.


Marco Pedetta Jensen
Quadro Arancio

Quadro Verde

Il Quadro Verde, come anche altri dei suoi quadri fatti a collage, fa pensare alla città, una città che è cresciuta caoticamente, plasmata dagli impulsi disordinati degli uomini e dai fatti ineluttabili della storia. I moti nervosi del pennello intriso di colore senza sfumature tracciano scie frenetiche di luci, percorsi isterici e veloci che definiscono aree asimmetriche e casualmente disposte e creano una rete che cinge d'assedio un'area centrale fragile e discontinua. Nella cinta difensiva già si apre qualche rossa ferita. Ma il colore che domina è gioioso e l'energia quasi violenta dei tratti e dei contrasti ha la gagliarda e incosciente ilarità della giovinezza. Colori e pensieri si incontrano e si scontrano senza fondersi disegnando una mappa forsennata del vivere di oggi ma anche una nuova disordinata bellezza che riesce a salvare spazi riposti nel cuore e nel silenzio.


Il Pellicano

La materia cromatica investe, quasi suo malgrado, la tela o la carta e fluisce con veemenza dal pennello sospinto dal tumulto dei sentimenti. Così ne Il pellicano, tinte pure e contrastanti fanno intuire il becco e le zampe, l'onda del mare, lo scorcio di cielo divampante in un tramonto, o forse in un incendio, natura trionfante e offesa nello stesso tempo. C'è dualità e contrasto, ma forse la realtà, oggetto della ricerca, sta negli spazi lasciati vuoti, nel bianco quieto del foglio, colpito e ferito da schizzi di energia.

L'intenso lirismo dei quadri di Marco sfugge ad una descrizione che non sia essa stessa poesia, il terreno d'incontro tra la tela e le parole.


Rita Castigli

Cadde la neve forse invano

Folate di bianco
attraversano lo spazio denso
e quasi lo trafiggono;
cercano pause di silenzio
nei rossi chiassosi e nei gialli concitati.
Gli azzurri si sporcano inesorabilmente
e fanno indovinare sagome in movimento.
Nessun manto di Madonna
 si apre a difendere la città
dai dardi del Dio adirato
ed essi si frantumano
in mille scaglie di colore.
Non basterà la neve a portare pace
né coprirà di silenzio il rumore
in cui le grida e i canti si confondono.


Rita Castigli



Marco Pedetta Jensen nel suo studio
da www.spherikon.com
Cliccare sull'immagine
per andare alla foto panoramica di Patrizio Silvi Antonini

Mostra Ville d'Antibes, settembre 2008


Locandina della mostra Amore x Amore
Link al commento di Giovanna Bruschi


Marco Pedetta Jensen


Marco Pedetta Jensen

Marco Pedetta Jensen vive e lavora a Perugia. 
Per contattarlo: m.pedetta@libero.it

martedì 15 marzo 2011

Serena Cavallini, dipingere in poesia

La settimana scorsa vi abbiamo segnalato la mostra di Serena Cavallini a Perugia. Presentiamo qui una rassegna delle sue opere, fotografate nel corso di questa mostra, e alcuni versi di Serena tratti dal suo libro Arc-en-ciel.
 

Collegamento all'album fotografico delle opere di Serena Cavallini

Nei versi e nei dipinti e incisioni di Serena troviamo espressi con grazia ed eleganza, che sono la sua cifra stilistica, un anelito struggente all'infinito non disgiunto da una lucida ironia.
Una persona straordinaria, Serena, che si nasconde dietro la dolcezza del suo sorriso e l'acqua marina dei suoi occhi, poi affida alle pagine che scrive e alle immagini che dipinge o che incide le sue emozioni perché siano armoniose e vere e perché ogni frammento contenga per incanto la totalità contradditoria dell'esperienza. E le cose sono trasfigurate in emozioni rese con suoni, a loro volta espressione di sensazioni, rese con immagini e così via in una intrigante sequenza della quale non si può individuare l'inizio o la fine.

...Quando alla fine un artiglio di ghiaccio
serra la gola di rovi e di ortiche,
dentro un viluppo barocco si perde
senza risposta dolente un singhiozzo.

Ugualmente esuberante e barocca è la chioma del fico e si allarga oltre i confini del cartone mentre rivoli d'oro scorrono lungo il tronco a disegnare la sua sofferta crescita verso il cielo.


I cavalli investiti dal vento si impennano belli e trasparenti come cristalli. 


Nei paesaggi la luce definisce di colori puri e sorprendenti un mondo vivo e dinamico che nasconde l'operare dell'uomo tra le sue forme o forse non sa più distinguersi da esse. 


Le spire del tempo avvolgono in una  nebbia opalescente la galassia della vita in costante evoluzione, mentre le radici tentacolari degli ulivi e delle querce, che legano le chiome calligrafiche e celesti alle solide profondità della terra, sembrano voler fermare quella corsa intrappolandola. 


Gigante era la quercia in controluce,
i rami secolari e le radici
tenaglie strette ai sassi fortemente...

Il gioco dei rapporti tra i sessi è reso in una serie di deliziose piccole stampe dove sui petali di una margherita gigantesca oppure sulle onde marine in abiti di conchiglia oppure su grandi scacchiere si disputano partite importanti tra equilibristi da circo e bambini cresciuti malvolentieri.



...Insieme traversiamo
velari damascati e finti marmi,
l'icona di un interno
discopre il pianoforte addormentato.
Rampanti le tue mani
catturano liocorni e girifalchi.

I ritratti si prendono la rivincita sulle fotografie perché hanno un'emotività più trasparente e scoperta, una unicità definitiva. Quei visi al di fuori di ogni contesto, dicono tanto di sé, storie e pensieri, e non smetteresti di ascoltarli.


  


Serena conosce, perché ancora ne viene ferita, la banalità di situazioni e parole, così infonde attenzione e rispetto in ogni sua opera, la delicatezza di chi conosce i colori del cielo e la frusta del vento e ne conserva lo stupore. La sintonia affettiva con gli animali e la natura trasforma la sua fragilità in uno scrigno di gioia.


...Se invece incontro gli occhi di un meticcio
d'affinità brillanti e di stupore,
diventa tutto azzurro il grigio intorno
s'accende inaspettato anche un sorriso...


...Si possono salvare
conchiglie in riva al mare,
foglie minute e tronco
d'un albero d'olivo...

La sua mai sopita nostalgia d'infinito si realizza come un'epifania, un'estasi improvvisa, nell'amore e nella emozionante comunione con altre creaure viventi, compagne di avventura e di destino.

Nascita (2009)
Dalla sfera di luce al centro del dipinto sembrano essersi staccati lembi di materia
 che nel suo moto centrifugo va assumendo forme innumerevoli…
Delicate calligrafie di fogliame o di circuiti elettronici, cellule o bollicine gassose, 
laghi o vulcani, prismi cristallini o stalagmiti di grattacieli…
Il bianco luminoso si scinde in tutti i colori dell’iride che vibrano in forme dinamiche
 come rivoli d’acqua o nuvole incandescenti.
Il divenire dell’universo fa dilatare il quadro oltre i suoi limiti.
Ma tralci viola pulsanti come arterie ospitano un nido con delle uova lucenti,
 simbolo di nascita, mistero nel mistero dei moti indifferenti
 del cosmo inorganico e infinito.