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domenica 25 dicembre 2011

Natività

Una profonda emozione che ogni anno si rinnova


Lorenzo Lotto, Natività (1530). Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo
(da Il Treno di Natale)
Siamo appena tornati dalla Basilica Inferiore di San Francesco e abbiamo ancora nelle orecchie e nel cuore la voce grandiosa e commovente dei Cantori di Assisi.  Nella via di casa continuavamo a cantare sottovoce nuit chretienne per conservarne la dolce emozione. 

Il dipinto di Lorenzo Lotto con il tenerissimo Bambino, ancora più toccante nella sua ignara comunione con l'agnello, raccoglie intorno a sé la tensione consapevole di quel momento altissimo. Una Natività non melensa né retorica, ma di assorta e struggente bellezza.

sabato 17 dicembre 2011

Vasari, arte e ragione

Giorgio Vasari pittore tra Arezzo e Perugia: intelligenza creativa e qualche mistero

Se qualcuno  scorre l’indice analitico di un libro di storia dell’arte, trova un gran numero di pagine in cui ricorre il nome di Giorgio Vasari (1511-1574), ma probabilmente non vedrà neanche un’opera riprodotta né un capitolo a lui dedicato. 
Invece, leggerà citazioni e definizioni tratte dal suo monumentale trattato Le vite e opere de’ più famosi architetti, pittori e scultori, da Cimabue insino a’ tempi nostri (qui ne trovate il testo integrale, nella seconda edizione del 1568). Su questo testo imprescindibile, infatti, si fonda e inizia la Storia dell’Arte. Vasari era convinto della necessità di scrivere quelle “rimembranze” tanto che aveva iniziato a raccoglierle fin dall’adolescenza, poiché, rendendosi conto della meravigliosa ricchezza della produzione artistica italiana degli ultimi secoli, non voleva che si confondessero date, autori e opere come già accadeva allora e come peggio prevedeva che sarebbe avvenuto nei secoli a venire.  Se ne fece un impegno morale ed ebbe la possibilità di fare scuola esprimendo giudizi, critiche e indicazioni che furono molto influenti.


Cliccando sulla figura potete accedere al testo delle Vite (edizione 1568),
 trascritto integralmente su Wikisource

Giorgio Vasari si era trovato a dover mantenere la famiglia fin dalla morte del padre nel 1527 nella peste portata dai Lanzichenecchi di Carlo V. Aveva allora 16 anni. Fu aretino per nascita e fiorentino per formazione e vocazione. Talento precocissimo nel disegno, che restò la base della sua creatività sia come pittore che come architetto e sul quale fondò la sua teoria della creazione artistica.  
Nella diatriba corrente ai suoi tempi su quale fosse tra la pittura e la scultura l'arte superiore, Vasari ne sostiene la parità, realizzata in modo eccelso nelle opere di Michelangelo, dove l'effetto plastico rende scultoree le figure dipinte. Il suo modello è lui:
"Ma nella nostra età ci ha prodotto la bontà divina Michelagnolo Buonarroti, nel quale amendue queste arti sí perfette rilucono e sí simili et unite insieme appariscono, che i pittori de le sue pitture stupiscono e gli scultori le sculture fatte da lui ammirano e reveriscono sommamente" (dal Proemio delle Vite).

La mostra allestita nel quinto centenario della nascita di Giorgio Vasari nel sottochiesa di San Francesco ad Arezzo, visitabile con una interessante ed efficiente audioguida, ripercorre il suo lavoro di storico dell'arte ospitando opere significative degli artisti di cui si parla nelle “Vite”, compreso un bellissimo Cristo Risorto marmoreo del Buonarroti che commuove per la dolcezza dei tratti e che non ha la nervosa muscolatura delle opere più note, ma forme luminose e serene.
  
L'altra mostra aretina, conclusasi domenica 11 dicembre, ospitava molti disegni e dipinti del Vasari stesso, misteriosi e raffinatissimi come le Tentazioni di San Girolamo, San Giorgio e il drago e la Fucina di Vulcano.
Il pensiero dotto e forbito guida un pennello sottile e virtuoso, e il volo della fantasia evoca mondi nobili ed eterei. Gli sfondi sono a volte fiabeschi e sognati come quelli fiamminghi (uno dei suoi aiuti era appunto un fiammingo, Jan Van Straet detto lo Stradano). Tuttavia la grandezza del Vasari come artista non vi si può cogliere appieno e sue realizzazioni più importanti sono gli affreschi stupefacenti o le opere architettoniche, oltre che l’enorme lascito di scuola per moltissimi artisti.


*  *  *

Ma ad Arezzo siamo stati colpiti ed emozionati soprattutto da due opere non presenti nelle mostre.

L'altare della Badia di S.Flora e Lucilla ha  una struttura di grande armonia e limpidezza, e sembra aprirsi sull'infinito nel dipinto centrale con la conversione di Pietro e Andrea. Si è commossi dalla intensa poesia di quel momento assoluto, colto nel corrucciato stupore di un Pietro fatto molto più anziano (non aveva ancora 30 anni al tempo dell'episodio biblico cui si riferisce il quadro) e nella dolcezza grave di Gesù sullo sfondo del mare dagli azzurri mossi e scalati che sfumano oltre lo spazio materiale.


L'altar maggiore della Badia, sormontato dalla finta cupola di Andrea Pozzo (1702)
Il pannello centrale dell'altare vasariano (1563)
Ipotesi: San Pietro ha i tratti di un Vasari invecchiato e ormai prossimo alla morte?
Per confronto, l'autoritratto di Vasari nella Pala Albergotti (1567),
situata nella stessa Badia delle SS. Flora e Lucilla
Particolare del surreale paesaggio marino che  fa da sfondo alla chiamata dei SS. Pietro e Andrea
Il dipinto fu eseguito dal pittore già avanti con gli anni, ed era destinato alla propria tomba: la chiamata di Cristo alla Vita apre lo spazio verso orizzonti ultramondani. 
Quel mare, metafora di viaggio oltre i limiti del noto, che sembra trascendere l'esperienza sensibile e fa pensare all'Aldilà, assomiglia al mare sognato del Perseo e AndromedaE allora si può intuire come l'idea della morte e di ciò che ne segue fosse per Vasari quella del mondo classico, l'Ade pagano, mondo elegiaco di fantasie e ricordi, di quiete e lontananze. 
Giorgio Vasari, Perseo e Andromeda (1570 ca.). Firenze, Palazzo Vecchio, Studiolo di Francesco I
(da www.storiadellarte.com)

Fascino diverso nella tavola immensa (circa otto metri per tre) del Convito per le nozze di Ester e Assuero (1548), destinata al refettorio del convento dei Benedettini annesso alla Badia ed oggi visibile nel Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna.
Nozze di Ester e Assuero (da TaccuiniStorici.it)
Lo sfarzo degli ornamenti, l'eleganza di acconciature e calzari, la ricchezza di sete e suppellettili parlano della vita di corte che Vasari ben conosceva e nella quale la bellezza era la regola.

Un lungo passo dell'ultimo capitolo, autobiografico, delle Vite  è dedicato proprio a quest'opera. Leggiamolo insieme:

"Mentre che io mi stava così passando tempo, venuto l’anno 1548, don Giovan Benedetto da Mantoa, abate di Santa Fiore e Lucilla monasterio de’ monaci neri cassinensi, dilettandosi infinitamente delle cose di pittura et essendo molto mio amico, mi pregò che io volessi fargli nella testa di uno loro refettorio un Cenacolo, o altra cosa simile. Onde risolutomi a compiacerli, andai pensando di farvi alcuna cosa fuor dell’uso comune, e così mi risolvei insieme con quel buon padre a farvi le nozze della reina Ester con il re Assuero, et il tutto in una tavola a olio, lunga quindici braccia, ma prima metterla in sul luogo, e quivi poi lavorarla; il qual modo (e lo posso io affermare, che l’ho provato) è quello che si vorrebbe veramente tenere a volere che avessono le pitture i suoi proprii e veri lumi, perciò che infatti il lavorare a basso, o in altro luogo che in sul proprio dove hanno da stare, fa mutare alle pitture i lumi, l’ombre e molte altre proprietà. In quest’opera adunque mi sforzai di mostrare maestà e grandezza, comeché io non possa far giudizio se mi venne fatto o no; so bene che il tutto disposi in modo, che con assai bell’ordine si conoscono tutte le maniere de’ serventi, paggi, scudieri, soldati della guardia, bottiglieria, credenza, musici, et un nano, et ogni altra cosa che a reale e magnifico convito è richiesta. Vi si vede fra gl’altri lo scalco condurre le vivande in tavola, accompagnato da buon numero di paggi vestiti a livrea, et altri scudieri e serventi. Nelle teste della tavola, che è aovata, sono signori et altri gran personaggi e cortigiani che in piedi stanno, come s’usa, a vedere il convito. Il re Assuero stando a mensa come re altero et innamorato sta tutto appoggiato sopra il braccio sinistro, che porge una tazza di vino alla reina, et in atto veramente regio et onorato. Insomma se io avessi a credere quello che allora sentii dirne al popolo, e sento ancora da chiunche vede quest’opera, potrei credere d’aver fatto qualcosa, ma io so da vantaggio come sta la bisogna, e quello che arei fatto se la mano avesse ubidito a quello che io m’era concetto nell’idea. Tuttavia vi misi (questo posso confessare liberamente) studio e diligenza."

L'abate ... de' monaci neri cassinensi ... sarà lui la figura che si staglia inquietante sulla vetrata riflessa nel vaso d'argento in primo piano ai piedi dei convitati?


Particolare del vaso: l'immagine qui riportata (da Amaranto Magazine) ha una bassa risoluzione,
ma nel riflesso si può individuare una figura nera incappucciata, accanto a una grande finestra
Da notare anche la modestia con cui Vasari, nelle ultime righe di questa citazione, parla di questa sua opera, che gli sembra non sia perfetta come l'avrebbe voluta.

*  *  *

Con i Benedettini Vasari ebbe un intenso rapporto di lavoro oltre che ad Arezzo, anche a PerugiaNella chiesa di San Pietro si possono ammirare tre sue grandi tele (dipinte nel 1566), in cui la ricerca della varietà e del movimento è equilibrata dalla grazia imponente delle figure.

Le Nozze di Cana, opera che ricorda da vicino la grande tavola aretina appena descritta, offrono una volta di più al Vasari lo spunto per evocare le delizie delle corti cinquecentesche, e per giocare ancora con i riflessi nei vasi. 
I vasi, sempre curatissimi e molto belli, sono quasi una firma per lui, il cui cognome designava il mestiere di famiglia da più generazioni.
Nozze di Cana. Perugia, chiesa di S.Pietro
Particolare: interessante il gioco delle mani e degli sguardi
Anche qui, in basso a destra nel vaso,
alcuni riflessi (una finestra? una figura?) da interpretare

*  *  *

Al termine di questa nostra esperienza vasariana, per quanto limitata alle opere presenti ad Arezzo e Perugia, ci sembra che il teorizzatore della “Maniera” che considerava l'ideale assoluto ormai raggiunto nell'arte rinascimentale, avendo questa eguagliato le vette dei geni dell'antichità classica, e che perciò riteneva che l'artista dovesse attenersi all'imitazione di quegli insuperabili modelli, lasci trasparire nelle sue migliori opere un'emozione profonda quando il soggetto impegna la sua fantasia su un terreno che la ragione e le regole non controllano.
Dietro una ricerca che sembra prevalentemente formale, Vasari pittore investe i suoi quadri dei suoi valori più profondi, sintesi tra la visione del mondo rinascimentale erede della filosofia classica e la grande lezione cristiana: il senso della vita come costante realizzazione di una bellezza che è immanente alle opere stesse ma è il riflesso di una bellezza assoluta e divina.

martedì 22 novembre 2011

Trasparenze di segni e parole

Le poesie illustrate di Vittoria Bartolucci


Le parole si appoggiano con delicatezza sulla pagina,
pronte a riprendere il volo.
Tracciano emozioni trasparenti come lacrime
e come lacrime rigano le guance del disegno.
Sui disegni pacati come sospiri lievi,
le parole intense creano ricami,
trine che si lasciano attraversare dal vento profumato della vita.



venerdì 18 novembre 2011

Invictus

Arte nella Vita compie oggi un anno: per ringraziarvi della vostra partecipazione (6000 accessi non sono pochi), e sottolineare il primo anniversario del nostro Web Magazine, vi dedichiamo questa nuova traduzione della poesia Invictus di William Henley (1888), nota per aver ispirato l'omonimo film di Clint Eastwood dedicato a Nelson Mandela e al rugby.
La accompagniamo con un'immagine del Sansone Vittorioso di Guido Reni, splendido dipinto che abbiamo potuto ammirare nella Pinacoteca Nazionale di Bologna (la riproduzione è tratta da Wikipedia).


Invictus

venerdì 7 ottobre 2011

RiflessiDiVersi 2011

Anche quest'anno, iniziamo l'autunno in poesia ...

N.d.r.: In un precedente articolo abbiamo presentato un'antologia per immagini della manifestazione di reading poetici RiflessiDiVersi. Rita Castigli ci racconta qui l'edizione 2011, con alcune poesie e immagini dei protagonisti.



La poesia è stata anche quest'anno il terreno d'incontro fra due storie, due lingue, due culture.

Dall'Irlanda è venuto Harry Clifton, poeta severo, a tratti ironico, a tratti lirico, molto complesso. Nel tradurre i suoi testi ho dovuto rendere i sottili o bruschi cambiamenti di tono, con sterzate di senso e registro che hanno reso il mio lavoro lungo e affascinante.
Della sua vasta e importante produzione, Clifton ha scelto alcune poesie scaturite dalla sua esperienza di vita e di lavoro in Italia nel periodo in cui andava concludendosi la Guerra Fredda tra le due superpotenze di allora. Un mondo nuovo si profilava e filtra dai testi come acqua di sorgente. Suggestiva e coinvolgente è l'immagine del fluire incessante dell'acqua dalle innumerevoli fonti nelle quali Harry simboleggia la antichissima linfa culturale e le radici comuni sotto la crosta millenaria d'Europa.

Non è possibile non ritrovarsi nei suoi temi: 
l'amore come forza che può salvare l'uomo dalla solitudine delle città e dalla condizione di esiliato nella propria terra; la mistica comunione con la natura e gli esseri viventi scoperta nella luce pulsante di una lucciola; il matrimonio forse viaggio avventuroso o forse binario morto nell'intreccio di pensieri dei protagonisti; lo stupore davanti alle nostre cinte murarie ancora in piedi e al loro far parte del quotidiano.

venerdì 30 settembre 2011

RiflessiDiVersi 2006-2010

Retrospettiva per immagini



RiflessiDiVersi è il titolo di una serie di reading di poeti irlandesi e italiani che si tengono ogni anno all'inizio dell'autunno tra Magione e Perugia, a cura dell'Associazione Immagini d'Irlanda in Umbria
Le poesie in lingua originale sono sempre accompagnate da curatissime e qualificate traduzioni nella lingua "complementare", e vengono lette in pubblico rispettivamente dagli autori e dai traduttori, in quello che è diventato ormai un piccolo ma ben frequentato festival, focalizzato sulla cultura irlandese e la traduzione poetica. 
Le serate si svolgono con la partecipazione di bravi musicisti e spesso in concomitanza di mostre d'arte. Gli eventi più significativi si tengono presso l'antica Torre dei Lambardi a Magione ma vengono spesso replicati in altre location tra cui alcuni istituti scolastici, coinvolgendo insegnanti ed allievi in questa interessante iniziativa culturale.

Oltre a un articolo dedicato in modo specifico a Riflessi Diversi 2011, pubblichiamo qui una selezione di immagini delle edizioni precedenti (tra il 2006 e il 2010), a cui abbiamo avuto il piacere di partecipare anche se il magazine "Arte nella Vita" non esisteva ancora.

Ci si può chiedere: perché presentare fotografie per raccontare una manifestazione di poesia e musica?
Perché i protagonisti di questi incontri sono persone complesse e interessanti, le cui espressioni assorte fissate nei fotoritratti sono intense e mai banali, e fanno da efficace complemento alla loro opera. 
E poi per aiutarci a ricordare tante giornate piacevoli trascorse insieme: atmosfere particolari, suggestive quanto effimere, irripetibili.

La rassegna di immagini (tutte scattate senza l'uso del flash, che a nostro parere disturba e rovina le foto) procede in ordine cronologico inverso. Per azionare la "macchina del tempo" scorrete verso il basso, fino in fondo se volete, e fate clic sulle immagini per ingrandirle.


RiflessiDiVersi 2010
Joe Woods
Joe Woods
Joe Woods
Joe Woods
Joe Woods con Rita Castigli, sua traduttrice
Francesca Pecorella
Francesca Pecorella
Francesca Pecorella
Francesca Pecorella
Eiléan Ní Chuilleanáin
Eiléan Ní Chuilleanáin, poetessa ed eminente letterata, qui in veste di traduttrice
Edward Mc Lachlan, chitarrista. Opere di Ann Donnelly
Edward Mc Lachlan
Edward Mc Lachlan
Rita Castigli
Ambasciatore d'Irlanda e Signora con il Sindaco di Magione,
Rita e Francesca, sulla Torre dei Lambardi
RiflessiDiVersi 2009

Maurice Scully
Maurice Scully
Brunella Bruschi
Brunella Bruschi
Guido Leotta
Guido Leotta
Militia
Fabrizio Croce, percussionista dei Militia
Militia
Giovanni Romualdi, chitarrista dei Militia
Macdara Woods
Macdara Woods,  poeta irlandese tra
i più celebri, qui in veste di lettore
Macdara Woods
Macdara Woods
Una simpatica immagine di Fabrizio (2 m) con Rita 
Fabrizio Croce
Fabrizio Croce nel suo negozio di musica a Perugia
RiflessiDiVersi 2008
Peter Sirr
Peter Sirr
Peter Sirr
Peter Sirr
Kay Mc Carthy, celebre musicista irlandese
http://www.kaymccarthy.it/home.html
Aldo Chiappini, Assessore alla Cultura del
Comune di Magione
RiflessiDiVersi 2007
Anne Donnelly
Anne Donnelly
Nella Torre dei Lambardi
Nella vetrina di "Sandri" a Perugia
Dylan Brennan
Alan Jude Moore e Dylan Brennan
Dylan Brennan
Dylan Brennan 
Emilio Spizzichino
Emilio Spizzichino al pianoforte
Alan Jude Moore
Alan Jude Moore
Torre dei Lambardi
La Torre dei Lambardi di sera
 Torre dei Lambardi

Rita Castigli e Emilio Spizzichino
Alan Jude Moore
Alan Jude Moore 
Dylan Brennan
Dylan Brennan
Emilio Spizzichino
Emilio Spizzichino
Un'opera di Anne Donnelly
Raffinate composizioni ispirate dall'autunno
Rita Castigli
Anne Donnelly
Anne Donnelly
Il suggestivo interno della Torre dei Lambardi


RiflessiDiVersi 2006
Ciaran O'Driscoll con Rita Castigli ed Emilio Spizzichino
Ciaran O'Driscoll
Ciaran O'Driscoll
Margaret Farrelly
Macdara Woods
Macdara Woods 
Rita Castigli ed Emilio Spizzichino
Macdara Woods
Macdara Woods
Macdara Woods
Macdara Woods 
Emilio Spizzichino, Rita Castigli e Macdara Woods

perugia - sala dei legisti
Nella Sala dei Legisti a Perugia
Perugia - Sala dei Legisti
La volta affrescata della Sala dei Legisti, gentilmente messa a disposizione dalla casa editrice Volumnia
Rita Castigli e Daniele Lupattelli
Rita Castigli e Daniele Lupattelli
Ciaran O'Driscoll, Eiléan Ní Chuilleanáin
Ciaran O'Driscoll ed Eiléan Ní Chuilleanáin 
Emilio Spizzichino
Emilio ed Eiléan
Riccardo Duranti
Emilio, Rita e Riccardo